Attualità Ecclesiali - 30/09/2017 - La vita consacrata



Casto Massimiliano conduce:
Attualità Ecclesiali - La vita consacrata. 

Ospiti: 
Padre Luigi Gaetani
Suor Dorina Zanoni
Padre Angelo Lipari
Suor Rosa Maria Falco
Suor Maria Giusy La Rosa
Fra Volantino Verde




Papa Francesco - “Demos el primer paso”

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Come voi sapete nei giorni scorsi ho compiuto il viaggio apostolico in Colombia. Con tutto il cuore ringrazio il Signore per questo grande dono; e desidero rinnovare l’espressione della mia riconoscenza al Signor Presidente della Repubblica, che mi ha accolto con tanta cortesia, ai Vescovi colombiani che hanno lavorato tanto per preparare questa visita, come pure alle altre Autorità del Paese, e a tutti quanti hanno collaborato alla realizzazione di questa visita. E un ringraziamento speciale al popolo colombiano che mi ha accolto con tanto affetto e tanta gioia! Un popolo gioioso tra le tante sofferenze, ma gioioso; un popolo con speranza. Una delle cose che più mi ha colpito in tutte le città, tra la folla, erano i papà e le mamme con i bambini, che alzavano i bambini perché il Papa li benedicesse, ma anche con orgoglio facevano vedere i propri bambini come a dire: “Questo è il nostro orgoglio! Questa è la nostra speranza”. Io ho pensato: un popolo capace di fare bambini e capace di farli vedere con orgoglio, come speranza: questo popolo ha futuro. E mi è piaciuto tanto.

In modo particolare in questo Viaggio ho sentito la continuità con i due Papi che prima di me hanno visitato la Colombia: il beato Paolo VI, nel 1968, nel 1968, e san Giovanni Paolo II, nell’86. Una continuità fortemente animata dallo Spirito, che guida i passi del popolo di Dio sulle strade della storia.

Il motto del Viaggio è stato “Demos el primer paso”, cioè “Facciamo il primo passo”, riferito al processo di riconciliazione che la Colombia sta vivendo per uscire da mezzo secolo di conflitto interno, che ha seminato sofferenze e inimicizie, procurando tante ferite, difficili da rimarginare. Ma con l’aiuto di Dio il cammino è ormai avviato. Con la mia visita ho voluto benedire lo sforzo di quel popolo, confermarlo nella fede e nella speranza, e ricevere la sua testimonianza, che è una ricchezza per il mio ministero e per tutta la Chiesa. La testimonianza di questo popolo è una ricchezza per tutta la Chiesa.

La Colombia – come la maggior parte dei Paesi latinoamericani – è un Paese in cui sono fortissime le radici cristiane. E se questo fatto rende ancora più acuto il dolore per la tragedia della guerra che l’ha lacerato, al tempo stesso costituisce la garanzia della pace, il saldo fondamento della sua ricostruzione, la linfa della sua invincibile speranza. E’ evidente che il Maligno ha voluto dividere il popolo per distruggere l’opera di Dio, ma è altrettanto evidente che l’amore di Cristo, la sua infinita Misericordia è più forte del peccato e della morte.

Questo Viaggio è stato portare la benedizione di Cristo, la benedizione della Chiesa sul desiderio di vita e di pace che trabocca dal cuore di quella Nazione: ho potuto vederlo negli occhi delle migliaia e migliaia di bambini, ragazzi e giovani che hanno riempito la piazza di Bogotá e che ho incontrato dappertutto; quella forza di vita che anche la natura stessa proclama con la sua esuberanza e la sua biodiversità. La Colombia è il secondo Paese al mondo per biodiversità. A Bogotá ho potuto incontrare tutti i Vescovi del Paese e anche il Comitato Direttivo della Conferenza Episcopale Latinoamericana. Ringrazio Dio di averli potuti abbracciare e di aver dato loro il mio incoraggiamento pastorale, per la loro missione al servizio della Chiesa sacramento di Cristo nostra pace e nostra speranza.

La giornata dedicata in modo particolare al tema della riconciliazione, momento culminante di tutto il Viaggio, si è svolta a Villavicencio. La mattina c’è stata la grande celebrazione eucaristica, con la beatificazione dei martiri Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, vescovo, e Pedro María Ramírez Ramos, sacerdote; al pomeriggio, la speciale Liturgia di Riconciliazione, simbolicamente orientata verso il Cristo di Bocayá, senza braccia e senza gambe, mutilato come il suo popolo.

La beatificazione dei due Martiri ha ricordato plasticamente che la pace è fondata anche, e forse soprattutto, sul sangue di tanti testimoni dell’amore, della verità, della giustizia, e anche di martiri veri e propri, uccisi per la fede, come i due appena citati. Ascoltare le loro biografie è stato commovente fino alle lacrime: lacrime di dolore e di gioia insieme. Davanti alle loro Reliquie e ai loro volti, il santo popolo fedele di Dio ha sentito forte la propria identità, con dolore, pensando alle tante, troppe vittime, e con gioia, per la misericordia di Dio che si stende su quelli che lo temono (cfr Lc 1,50).

«Misericordia e verità s’incontreranno, / giustizia e pace si baceranno» (Sal 85,11), abbiamo ascoltato all’inizio. Questo versetto del salmo contiene la profezia di ciò che è avvenuto venerdì scorso in Colombia; la profezia e la grazia di Dio per quel popolo ferito, perché possa risorgere e camminare in una vita nuova. Queste parole profetiche piene di grazia le abbiamo viste incarnate nelle storie dei testimoni, che hanno parlato a nome di tanti e tanti che, a partire dalle loro ferite, con la grazia di Cristo sono usciti da sé stessi e si sono aperti all’incontro, al perdono, alla riconciliazione.

A Medellín la prospettiva è stata quella della vita cristiana come discepolato: la vocazione e la missione. Quando i cristiani si impegnano fino in fondo nel cammino di sequela di Gesù Cristo, diventano veramente sale, luce e lievito nel mondo, e i frutti si vedono abbondanti. Uno di questi frutti sono gli Hogares, cioè le Case dove i bambini e i ragazzi feriti dalla vita possono trovare una nuova famiglia dove sono amati, accolti, protetti e accompagnati. E altri frutti, abbondanti come grappoli, sono le vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata, che ho potuto benedire e incoraggiare con gioia in un indimenticabile incontro con i consacrati e il loro familiari.

E infine, a Cartagena, la città di san Pietro Claver, apostolo degli schiavi, il “focus” è andato sulla promozione della persona umana e dei suoi diritti fondamentali. San Pietro Claver, come più recentemente santa Maria Bernarda Bütler, hanno dato la vita per i più poveri ed emarginati, e così hanno mostrato la via della vera rivoluzione, quella evangelica, non ideologica, che libera veramente le persone e le società dalle schiavitù di ieri e, purtroppo, anche di oggi. In questo senso, “fare il primo passo” – il motto del viaggio - significa avvicinarsi, chinarsi, toccare la carne del fratello ferito e abbandonato. E farlo con Cristo, il Signore divenuto schiavo per noi. Grazie a Lui c’è speranza, perché Egli è la misericordia e la pace.

Affido nuovamente la Colombia e il suo amato popolo alla Madre, Nostra Signora di Chiquinquirá, che ho potuto venerare nella cattedrale di Bogotá. Con l’aiuto di Maria, ciascun colombiano possa fare ogni giorno il primo passo verso il fratello e la sorella, e così costruire insieme, giorno per giorno, la pace nell’amore, nella giustizia e nella verità.

Saluti:

Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France, du Congo, et en particulier les membres du Comité Inter Diocésain du Sénégal avec Mgr Mamba, Evêque de Ziguinchor. Que la Vierge Marie nous aide, nous aussi, à faire chaque jour le premier pas pour construire ensemble la paix dans l’amour, la justice et la vérité. Que Dieu vous bénisse !

[Sono lieto di salutare i pellegrini provenienti dalla Francia, dal Congo, e in particolare i membri del Comitato Interdiocesano del Senegal con Mons. Mamba, Vescovo di Ziguinchor. La Vergine Maria ci aiuti a fare il primo passo ogni giorno per costruire la pace nell’amore, nella giustizia e nella verità. Dio vi benedica!]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly the groups from England, Scotland, Ireland, Denmark, Norway, Sweden, South Africa, Australia, Indonesia, Malaysia, the Philippines and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Sud Africa, Australia, Indonesia, Malaysia, Filippine e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo.]

Mit Freude heiße ich die Pilger aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Christus ist unser Friede und unsere Versöhnung. Als seine Jünger müssen wir stets bereits sein, den ersten Schritt zu machen und seine Liebe zu bringen. So können wir wirklich Salz, Licht und Sauerteig in der Welt sein. Der Heilige Geist helfe uns dabei mit seiner Gnade.

[Sono lieto di accogliere i pellegrini provenienti dai paesi di lingua tedesca. Cristo è la nostra pace e riconciliazione. Come suoi discepoli dobbiamo essere sempre pronti a fare il primo passo portando il suo amore. Così possiamo essere veramente sale, luce e lievito nel mondo. Lo Spirito Santo ci aiuti con la sua grazia.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en especial a los provenientes de España y Latinoamérica, y muy especialmente a los colombianos que veo allá. Confío a todos a la Virgen de Chiquinquirá, que ella pueda ayudarnos a dar el primer paso hacia un mundo más justo y en paz. Que Dios los bendiga.

Queridos peregrinos de língua portuguesa, em particular os numerosos grupos de fiéis vindos do Brasil e de Portugal Faço votos de que esta romaria possa reforçar em vós a fé em Jesus Cristo, que nos chama a dar o primeiro passo na direção dos nossos irmãos e irmãs necessitados. Retornai a casa certos de que, quando somos generosos, nunca faltam as bênçãos de Deus. Obrigado pelas vossas orações.

[Cari pellegrini di lingua portoghese, in particolare i numerosi gruppi di fedeli provenienti dal Brasile e dal Portogallo: vi auguro che questo pellegrinaggio rinforzi in voi la fede in Gesù Cristo che ci chiama a fare il primo passo verso i nostri fratelli e sorelle che sono nel bisogno. Ritornate a casa certi che quando siamo generosi, non mancano mai le benedizioni di Dio. Grazie per le vostre preghiere!]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ منالشرق الأوسط. أيها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، نحتفل غدًا بعيد ارتفاع الصليب المقدّس، تذكّروا على الدوام أنَّ صليب المسيح قد غلب الشرّ والموت ومنحنا الحياة والرجاء. اكتشفوا على الدوام واقبلوا رسالة المحبّة والخلاص هذه التي يحملها لنا صليب يسوع. ليُبارككُم الرب!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, domani celebreremo la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Ricordatevi sempre che per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita e restituita la speranza. Sappiate sempre scoprire ed accogliere questo messaggio di amore e di salvezza della Croce di Gesù. Il Signore vi benedica!]

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich i dziękuję za modlitewne wsparcie mojej podróży apostolskiej do Kolumbii. Święto Podwyższenia Krzyża Świętego, które jutro będziemy obchodzili, przypomina nam, że droga do świętości prowadzi przez Krzyż. W tej perspektywie powinniśmy postrzegać każde cierpienie: chorobę, niesprawiedliwość, ubóstwo, niepowodzenia. Niech Krzyż będzie dla nas źródłem oczyszczenia, życia, mocy ducha. Niosąc z Chrystusem nasze codzienne krzyże, trudności, uczmy się od Niego umiejętności zrozumienia i przyjmowania woli Bożej. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi e ringrazio per l’appoggio datomi nella preghiera durante il mio Viaggio Apostolico in Colombia. La festa dell’Esaltazione della Croce, che celebreremo domani, ci ricorda che la via alla santità passa per la Croce. In questa prospettiva bisogna guardare ogni sofferenza: la malattia, le ingiustizie, la povertà e gli insuccessi. La Croce sia per noi fonte di purificazione, di vita e di forza nello spirito. Portando con Cristo le nostre croci quotidiani e le difficoltà, impariamo da Lui la capacità di comprendere ed accettare la volontà di Dio. Vi benedico di cuore.]

* * *

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana!

Sono lieto di accogliere la Compagnia di Santa Teresa di Gesù e le Suore Serve dei poveri, e le esorto a perseverare nel carisma di fondazione. Saluto i partecipanti al Congresso degli Istituti Salesiani delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori e i partecipanti al Convegno Mondiale di Medicina aereonautica.

Saluto i gruppi parrocchiali, specialmente i fedeli di Marta e Acquaviva delle Fonti, come pure l’Associazione Opera Diocesana Assistenza di Firenze. La visita alle Tombe degli Apostoli sia occasione per crescere nell’amore di Dio affinché le vostre comunità siano luogo in cui si fa esperienza della misericordia verso il prossimo.

Rivolgo un saluto speciale ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Domani si celebra la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Cari giovani, rafforzate il vostro dialogo con Dio, diffondendo la sua luce e la sua pace; cari ammalati, trovate conforto nella croce del Signore Gesù, che continua la sua opera di redenzione nella vita di ogni uomo; e voi, cari sposi novelli, sforzatevi di mantenere un costante rapporto con Cristo Crocifisso, affinché il vostro amore sia sempre più vero, fecondo e duraturo.

Rivolgo, infine, il mio pensiero ed esprimo la mia spirituale vicinanza a quanti soffrono a causa dell’alluvione che ha colpito il territorio di Livorno. Preghiamo per i morti, i feriti, per i rispettivi familiari e per quanti sono nella prova.







Wilma Chasseur - Speriamo che basti la mia parola ...


Tre tentativi prima di liquidarlo come pagano e pubblicano. Chi questo? Tuo fratello secondo quanto dice il Vangelo di questa domenica. “Se tuo fratello (ma credo si possa intendere in senso lato) commetterà una colpa contro di te” cosa devi fare? Prima parlane con lui solo, primo tentativo, se andrà a buon fine, basta così. 

* Prendi con te due persone; ma quali? 
Non basta la tua parola? Fai un secondo tentativo: prendi con te una, al massimo due persone. Ma quali? Quelle che sanno amare di più, che sapranno vedere in lui un fratello da amare, non un colpevole da accusare e che sapranno versare olio sulle sue ferite (e sulle tue). Quindi potrebbe andare molto bene, la buona zia o il nonno, qualcuno insomma con molta saggezza e molto amore per il malcapitato. 

Cercare di rabbonirlo con due o tre persone significa voler risolvere la questione coinvolgendo meno gente possibile. Se non funziona neppure questo fai un terzo tentativo: parlane con la comunità. E che Dio te la mandi buona perché senza il Suo intervento, cioè senza l’intervento della più santa comunità che è la santa Trinità, non credo che basti qualche altra comunità… Esercitare la correzione fraterna esige un grande autocontrollo oltre che tanta carità. Non deve infatti essere uno sfogo, o un risarcimento danni ma un voler ristabilire la concordia e la pace. Non deve prevalere il fastidio dovuto all’offesa ricevuta, ma il bene comune da ripristinare. 

* Dove due o tre… 
E dopo questo arduo compito viene la bellissima promessa che dove due si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa al Padre, egli la concederà. Qualunque cosa. Mi raccomando: mettiamoci subito tutti tacitamente d’accordo per chiedere quella cosa urgentissima di cui abbiamo bisogno, e la riceveremo. “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro.” 

Voi che mi leggete siete virtualmente riuniti con me e siamo sicuramente più di due o tre, quindi abbiamo la certezza che il Signore c’è. Più di così… 

E quindi com’è ovvio anche a nome vostro concludo con una bellissima preghiera di sant’Anselmo d’Aosta: 

Guardaci, o Signore, ascoltaci, illuminaci e mostrati a noi!... 

Abbi pietà delle nostre fatiche e dei nostri sforzi per tendere a Te poiché senza di Te nulla possiamo. Tu ci inviti a Te: aiutaci. 

Ti prego ardentemente, o Signore, non lasciarmi cadere nello scoraggiamento ma fa' che viva di speranza; 

fa' che il mio cuore, amareggiato nella sua desolazione, sia addolcito con le tue consolazioni; 

fa' che avendoti cercato affamato non rimanga digiuno di Te: mi sono avvicinato a te famelico, non permettere che mi allontani senza essere saziato; 

povero mi sono accostato al ricco, miserabile al misericordioso; 

non permettere che me ne torni vuoto e scontento. 

Insegnami a cercarTi, mostraTi a chi Ti cerca, perché non posso né cercarTi, se Tu non me lo insegni né trovarTi se Tu non Ti manifesti. 

Fa', o Signore, che possa cercarTi desiderandoTi, possa desiderarTi cercandoTi, possa trovarti amandoTi e ti possa amare trovandoTi.  





Riunuti nel nome di Gesù - Mt 18,19-20



Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 

Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.


Eccomi. 
Chiedi e ti sarà dato.


Litanie della Beata Vergine Maria - Madre di Gesù



Maria, Ancella del Signore, tu sei, Sorriso della pace per noi, Stella del mattino, Madre di Gesù Bambino. 

Maria, Aiuto dei cristiani, tu sei, Regina del rosario per noi, tu sei degna di ogni lode e di ogni onore, Madre del nostro Signore.

Santa Maria, Santa Madre di Dio, Santa Vergine delle Vergini, Madre di Cristo, di tutta la Chiesa, del Salvatore.

Madre Purissima, Madre Castissima, Madre, sempre Vergine, sei senza colpa, Mirabile, degna d'amore.

Vergine degna di lode e di onore, sapiente, clemente, potente, fedele, prega per noi peccatori che siam figli tuoi.

Prega per noi, prega per noi, prega per noi, prega per noi.

Tu Rosa mistica, Torre di Davide, sei Casa d'oro, Porta del Cielo, Tenda di gioia, e Tempio di gloria, di santità

Regina degli Angeli e dei Patriarchi, dei Martiri, dei Confessori, dei Vergini, di tutti i Santi, che vivono presso di Te.

Regina sei già Assunta in Cielo, Regina del Santo rosario, della famiglia, Regina della Pace.

Prega per noi, prega per noi, prega per noi, prega per noi, prega per noi, prega per noi, prega per noi, prega per noi.






Saluto alla Beata Vergine - San Francesco d'Assisi


Ave, Signora, santa regina, santa madre di Dio, Maria che sei vergine fatta Chiesa ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. 

Ave, suo palazzo, ave, suo tabernacolo, ave, sua casa. 
Ave, suo vestimento, ave, sua ancella, ave, sua Madre. 

E saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione  dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli, fedeli a Dio li rendiate.




Gesù nell'orto pregava



Canto di fra Volantino dei Frati Poveri







Donna, grande è la tua fede!


In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. 

Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. 

Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 

Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.






Assunzione della Beata Vergine Maria

 

Piazza San Pietro, Martedì 15 agosto 2017

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi, solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Vangelo ci presenta la giovane di Nazaret che, ricevuto l’annuncio dell’Angelo, parte in fretta per stare vicino a Elisabetta, negli ultimi mesi della sua prodigiosa gravidanza. Arrivando da lei, Maria coglie dalla sua bocca le parole che sono entrate a formare la preghiera dell’“Ave Maria”: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc 1,42). In effetti, il dono più grande che Maria porta a Elisabetta – e al mondo intero – è Gesù, che già vive in lei; e vive non solo per la fede e per l’attesa, come in tante donne dell’Antico Testamento: dalla Vergine Gesù ha preso carne umana, per la sua missione di salvezza.

Nella casa di Elisabetta e di suo marito Zaccaria, dove prima regnava la tristezza per la mancanza di figli, ora c’è la gioia di un bambino in arrivo: un bambino che diventerà il grande Giovanni Battista, precursore del Messia. E quando arriva Maria, la gioia trabocca e prorompe dai cuori, perché la presenza invisibile ma reale di Gesù riempie tutto di senso: la vita, la famiglia, la salvezza del popolo… Tutto! Questa gioia piena si esprime con la voce di Maria nella preghiera stupenda che il Vangelo di Luca ci ha trasmesso e che, dalla prima parola latina, si chiama Magnificat. È un canto di lode a Dio che opera cose grandi attraverso le persone umili, sconosciute al mondo, come è Maria stessa, come è il suo sposo Giuseppe, e come è anche il luogo in cui vivono, Nazaret. Le grandi cose che Dio ha fatto con le persone umili, le grandi cose che il Signore fa nel mondo con gli umili, perché l’umiltà è come un vuoto che lascia posto a Dio. L’umile è potente, perché è umile: non perché è forte. E questa è la grandezza dell’umile e dell’umiltà. Io vorrei domandarvi – e anche a me – ma non si risponde a voce alta: ognuno risponda nel cuore: “Come va la mia umiltà?”.

Il Magnificat canta il Dio misericordioso e fedele, che compie il suo disegno di salvezza con i piccoli e i poveri, con quelli che hanno fede in Lui, che si fidano della sua Parola, come Maria. Ecco l’esclamazione di Elisabetta: «Beata te che hai creduto» (Lc 1,45). In quella casa, la venuta di Gesù attraverso Maria ha creato non solo un clima di gioia e di comunione fraterna, ma anche un clima di fede che porta alla speranza, alla preghiera, alla lode.

Tutto questo vorremmo avvenisse anche oggi nelle nostre case. Celebrando Maria Santissima Assunta in Cielo, vorremmo che Lei, ancora una volta, portasse a noi, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, quel dono immenso, quella grazia unica che dobbiamo sempre chiedere per prima e al di sopra delle altre grazie che pure ci stanno a cuore: la grazia che è Gesù Cristo!

Portando Gesù, la Madonna porta anche a noi una gioia nuova, piena di significato; ci porta una nuova capacità di attraversare con fede i momenti più dolorosi e difficili; ci porta la capacità di misericordia, per perdonarci, comprenderci, sostenerci gli uni gli altri.

Maria è modello di virtù e di fede. Nel contemplarla oggi assunta in Cielo, al compimento finale del suo itinerario terreno, la ringraziamo perché sempre ci precede nel pellegrinaggio della vita e della fede – è la prima discepola. E le chiediamo che ci custodisca e ci sostenga; che possiamo avere una fede forte, gioiosa e misericordiosa; che ci aiuti ad essere santi, per incontrarci con lei, un giorno, in Paradiso.

Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

a Maria Regina della pace, che contempliamo oggi nella gloria del Paradiso, vorrei affidare ancora una volta le ansie e i dolori delle popolazioni che in tante parti del mondo soffrono a causa di calamità naturali, di tensioni sociali o di conflitti. Ottenga la nostra Madre celeste per tutti consolazione e un futuro di serenità e di concordia!

Saluto tutti voi, romani e pellegrini provenienti da diversi Paesi! In particolare, saluto i giovani di Mira (Venezia) e l’Associazione Don Bosco di Noci. E anche saluto … vedo bandiere spagnole e polacche. Buona festa!

Vi ringrazio di essere venuti; vi auguro una buona festa della Madonna Assunta e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!




San Pietro cammina sulle acque

-

Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 

Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque».

Ed egli disse: «Vieni!».

Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 

Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 

«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 

Perchè mi hai abbandonato?
Perchè mi hai tradito?
Perchè mi hai disobbedito?
Perchè mi hai allontanato?
Perchè mi hai diprezzato, offeso, insultato?
Perchè mi hai lasciato?

Perchè non mi hai seguito?

E cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!»

Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 





Manino Padre Luigi: la lavanda dei piedi



Manino Padre Luigi 

Cammini di perfezione - 08/08/2017

Mettere ordine nella propria vita secondo Sant'Ignazio di Loyola

La lavanda dei piedi

 Amo Gesù



Angelus - Trasfigurazione del Signore

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa domenica, la liturgia celebra la festa della Trasfigurazione del Signore. L’odierna pagina evangelica racconta che gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni furono testimoni di questo avvenimento straordinario. Gesù li prese con sé «e li condusse in disparte, su un alto monte» (Mt 17,1) e, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto, brillando come il sole, e le sue vesti divennero candide come la luce. Comparvero allora Mosè ed Elia, ed entrarono in dialogo con Lui. A questo punto, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè, una per Elia» (v. 4). Non aveva ancora terminato di parlare, quando una nube luminosa li avvolse.

L’evento della Trasfigurazione del Signore ci offre un messaggio di speranza – così saremo noi, con Lui –: ci invita ad incontrare Gesù, per essere al servizio dei fratelli.

L’ascesa dei discepoli verso il monte Tabor ci induce a riflettere sull’importanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso l’alto e contemplare Gesù. Si tratta di disporci all’ascolto attento e orante del Cristo, il Figlio amato del Padre, ricercando momenti di preghiera che permettono l’accoglienza docile e gioiosa della Parola di Dio. In questa ascesa spirituale, in questo distacco dalle cose mondane, siamo chiamati a riscoprire il silenzio pacificante e rigenerante della meditazione del Vangelo, della lettura della Bibbia, che conduce verso una meta ricca di bellezza, di splendore e di gioia. E quando noi ci mettiamo così, con la Bibbia in mano, in silenzio, cominciamo a sentire questa bellezza interiore, questa gioia che genera la Parola di Dio in noi. In questa prospettiva, il tempo estivo è momento provvidenziale per accrescere il nostro impegno di ricerca e di incontro con il Signore. In questo periodo, gli studenti sono liberi dagli impegni scolastici e tante famiglie fanno le loro vacanze; è importante che nel periodo del riposo e del distacco dalle occupazioni quotidiane, si possano ritemprare le forze del corpo e dello spirito, approfondendo il cammino spirituale.

Al termine dell’esperienza mirabile della Trasfigurazione, i discepoli scesero dal monte (cfr v. 9) con occhi e cuore trasfigurati dall’incontro con il Signore. È il percorso che possiamo compiere anche noi. La riscoperta sempre più viva di Gesù non è fine a se stessa, ma ci induce a “scendere dal monte”, ricaricati della forza dello Spirto divino, per decidere nuovi passi di conversione e per testimoniare costantemente la carità, come legge di vita quotidiana. Trasformati dalla presenza di Cristo e dall’ardore della sua parola, saremo segno concreto dell’amore vivificante di Dio per tutti i nostri fratelli, specialmente per chi soffre, per quanti si trovano nella solitudine e nell’abbandono, per gli ammalati e per la moltitudine di uomini e di donne che, in diverse parti del mondo, sono umiliati dall’ingiustizia, dalla prepotenza e dalla violenza.

Nella Trasfigurazione si ode la voce del Padre celeste che dice: «Questi è il Figlio mio amato. Ascoltatelo!» (v.5). Guardiamo a Maria, la Vergine dell’ascolto, sempre pronta ad accogliere e custodire nel cuore ogni parola del Figlio divino (cfr Lc 1, 51). Voglia la nostra Madre e Madre di Dio aiutarci ad entrare in sintonia con la Parola di Dio, così che Cristo diventi luce e guida di tutta la nostra vita. A Lei affidiamo le vacanze di tutti, perché siano serene e proficue, ma soprattutto l’estate di quanti non possono fare le vacanze perché impediti dall’età, da motivi di salute o di lavoro, da ristrettezze economiche o da altri problemi, affinché sia comunque un tempo di distensione, allietato da presenze amiche e da momenti lieti.

Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

saluto tutti voi, romani e pellegrini di vari Paesi: famiglie, associazioni, singoli fedeli.

Oggi sono presenti diversi gruppi di ragazzi e giovani. Vi saluto con grande affetto! In particolare, il gruppo della pastorale giovanile di Verona; i giovani di Adria, Campodarsego, Offanengo.

A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!




A chi ha verrà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha



Commento al Vangelo di Domenica 16 luglio 2017 a cura della teologa Donata Horak





Papa Francesco - Angelus 16/07/2017

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Gesù, quando parlava, usava un linguaggio semplice e si serviva anche di immagini, che erano esempi tratti dalla vita quotidiana, in modo da poter essere compreso facilmente da tutti. Per questo lo ascoltavano volentieri e apprezzavano il suo messaggio che arrivava dritto nel loro cuore; e non era quel linguaggio complicato da comprendere, quello che usavano i dottori della Legge del tempo, che non si capiva bene ma che era pieno di rigidità e allontanava la gente. E con questo linguaggio Gesù faceva capire il mistero del Regno di Dio; non era una teologia complicata. E un esempio è quello che oggi porta il Vangelo: la parabola del seminatore.

Il seminatore è Gesù. Notiamo che, con questa immagine, Egli si presenta come uno che non si impone, ma si propone; non ci attira conquistandoci, ma donandosi: butta il seme. Egli sparge con pazienza e generosità la sua Parola, che non è una gabbia o una trappola, ma un seme che può portare frutto. E come può portare frutto? Se noi lo accogliamo.

Perciò la parabola riguarda soprattutto noi: parla infatti del terreno più che del seminatore. Gesù effettua, per così dire, una “radiografia spirituale” del nostro cuore, che è il terreno sul quale cade il seme della Parola. Il nostro cuore, come un terreno, può essere buono e allora la Parola porta frutto – e tanto – ma può essere anche duro, impermeabile. Ciò avviene quando sentiamo la Parola, ma essa ci rimbalza addosso, proprio come su una strada: non entra.

Tra il terreno buono e la strada, l’asfalto – se noi buttiamo un seme sui “sanpietrini”  non cresce niente – ci sono però due terreni intermedi che, in diverse misure, possiamo avere in noi. Il primo, dice Gesù, è quello sassoso. Proviamo a immaginarlo: un terreno sassoso è un terreno «dove non c’è molta terra» (cfr v. 5), per cui il seme germoglia, ma non riesce a mettere radici profonde. Così è il cuore superficiale, che accoglie il Signore, vuole pregare, amare e testimoniare, ma non persevera, si stanca e non “decolla” mai. È un cuore senza spessore, dove i sassi della pigrizia prevalgono sulla terra buona, dove l’amore è incostante e passeggero. Ma chi accoglie il Signore solo quando gli va, non porta frutto.

C’è poi l’ultimo terreno, quello spinoso, pieno di rovi che soffocano le piante buone. Che cosa rappresentano questi rovi? «La preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza» (v. 22), così dice Gesù, esplicitamente. I rovi sono i vizi che fanno a pugni con Dio, che ne soffocano la presenza: anzitutto gli idoli della ricchezza mondana, il vivere avidamente, per sé stessi, per l’avere e per il potere. Se coltiviamo questi rovi, soffochiamo la crescita di Dio in noi. Ciascuno può riconoscere i suoi piccoli o grandi rovi, i vizi che abitano nel suo cuore, quegli arbusti più o meno radicati che non piacciono a Dio e impediscono di avere il cuore pulito. Occorre strapparli via, altrimenti la Parola non porterà frutto, il seme non si svilupperà.

Cari fratelli e sorelle, Gesù ci invita oggi a guardarci dentro: a ringraziare per il nostro terreno buono e a lavorare sui terreni non ancora buoni. Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio. Chiediamoci se i nostri sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi. Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno, una bella bonifica del nostro cuore, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi. Così facendo, Gesù, buon seminatore, sarà felice di compiere un lavoro aggiuntivo: purificare il nostro cuore, togliendo i sassi e le spine che soffocano la Parola.

La Madre di Dio, che oggi ricordiamo col titolo di Beata Vergine del monte Carmelo, insuperabile nell’accogliere la Parola di Dio e nel metterla in pratica (cfr Lc 8,21), ci aiuti a purificare il cuore e a custodirvi la presenza del Signore.



Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

saluto di cuore tutti voi, fedeli di Roma e pellegrini di varie parti del mondo: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni.

In particolare, saluto le Suore Hijas de la Virgen de los Dolores, a 50 anni dall’approvazione pontificia dell’Istituto; le Suore Francescane di San Giuseppe, a 150 anni dalla fondazione; i dirigenti e gli ospiti della “Domus Croata” di Roma, nel 30° anniversario della sua istituzione.

Vorrei salutare specialmente le suore e i frati carmelitani nel giorno della loro festa. Auspico che possano continuare decisamente sulla strada della contemplazione.

Un saluto speciale rivolgo alla comunità cattolica venezuelana rinnovando la preghiera per il vostro amato Paese.

E a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!


La Parola che ci redime, che ci riscatta, che ci resuscita, che ci rigenera

 

La mia parola uscita dalla mia bocca non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata (Is 55,11)

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Mt 13,1-23
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltanoVoi dunque ascoltate la parabola del seminatore.

E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

1 - La Parola non la comprende, non la accoglie
2 - La parola viene accolta subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante,
3 - La parola viene accolta, ma soffocata ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
4 - La parola viene ascoltata e accolta, Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno

Prima lettura
Is 55,10-11
la mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata

Seconda lettura
Rm 8,18-23

Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.

Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

Le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura. La creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione

Siamo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna

LETTURA BREVE 1 Pt 1, 22-23
Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna.






Quanto il regno dei cieli è vicino?



Mt 10, 1-7
Dal Vangelo secondo Matteo

Oggi Gesù ci chiama a se, a messa, e ci dà il potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.

I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì.

Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.







Papa Francesco. - "La Parola del giorno"

Con il nuovo aggiornamento della app Amo Gesù è stata inserita la Rubrica "La Parola del giorno" di Radio Vaticana. La trovi nella sezione Meditazione e Liturgia ogni giorno dalle ore 7.

La Parola giornaliera, con una breve meditazione di Papa Francesco.

Ecco quella di oggi: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata»


 






Padre mio, io mi abbandono a Te - Beato Charles de Foucauld



Padre mio, io mi abbandono a Te, fa' di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. 
Sono pronto a tutto, accetto tutto, la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. 

Non desidero altro, mio Dio; affido l'anima mia alle tue mani te la dono, mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore, perché ti amo. Ed è un bisogno del mio amore di donarmi, di pormi nelle tue mani, senza riserve, con infinita fiducia, perchè Tu sei mio Padre.



Charles Eugène de Foucauld, visconte di Pontbriand, in religione fratel Carlo di Gesù (Strasburgo, 15 settembre 1858 – Tamanrasset, 1º dicembre 1916), è stato un religioso francese, esploratore del deserto del Sahara e studioso della lingua e della cultura dei Tuareg: il 13 novembre 2005 è stato proclamato beato da papa Benedetto XVI.





Manetti Diego - La figura della Beata Chiara Badano



Oltre, la vita eterna spiegata a chi cerca



"Dio mi ama immensamente" 
Beata Chiara Badano

Commento di Sant'Agostino al Salmo 10



a cura di  Rondina Padre Marziano






Mons. Giuseppe Mani - Chi ha visto me, ha visto il Padre



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».




Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!



La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 

Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.




Salmo Responsoriale - Venerdì Santo - Salmo 30

 

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Sul tuo servo fa' splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Papa Francesco - Udienza Generale - 29/03/2017



La speranza contro ogni speranza
(Rm 4,16-25)




Don Tullio Rotondo - Dio ha sete della nostra sete di Lui




Commento a Gv 4,5-42: Gesù, sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.




Perdonaci, Signore: abbiamo peccato



Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. 

Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. 

Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 

Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode.