Nella quinta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù invita Pietro e i discepoli a prendere il largo e gettare le reti per la pesca. Pietro risponde:«Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma.
L’evangelista Luca, dopo aver raccontato numerose guarigioni compiute da Gesù a Cafarnao, ci presenta oggi una folla che fa ressa attorno a lui per ascoltare la sua parola. In particolare ci propone due segni, due parole importanti per la sua missione: la pesca miracolosa e la chiamata dei primi discepoli.
E’ importante che anche noi accompagniamo questi futuri apostoli per ricevere, insieme con loro, la parola del Signore.
Simone ed i suoi compagni hanno faticato inutilmente tutta la notte, senza pescare nulla; ma non è un caso, questo fallimento li prepara ad accogliere la parola del Signore: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Obbediscono, forse più per l’autorevolezza di chi parla che per altro! E le reti si riempiono di pesci fin quasi a rompersi.
Insieme ai compagni di un’altra barca, chiamati subito in aiuto, mettono al sicuro il pesce. Poi Simon Pietro, pieno di stupore per l’accaduto, si butta in ginocchio dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Pronta arriva la risposta di Gesù che consacra totalmente la sua vita e la vita di coloro che sono con lui: “Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini”. E, “tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono”.
Nella fede, anche noi siamo oggi testimoni del segno compiuto da Gesù con la pesca miracolosa, e la sua chiamata coinvolge ognuno di noi: “Non temere…”! Ogni battezzato è un chiamato da Dio a diventare “pescatore di uomini”; non si dà cristiano muto, diceva il Beato Papa Paolo VI.